PARLIAMO DI...


17/04/16

LA RECENSIONE - Quei "Pisci 'e paranza", vivaci ed infelici, che lottano per sopravvivere

di Maria Ricca

Vite vagabonde, vite che alla fine, “adda passà a nuttata”, mentre tenti di sbarcare il lunario, cercando “una fatica”, quale che sia, e la tua casa è il marciapiede vicino alla stazione centrale di Napoli, vite condite da quel fatalismo che, alla fine ti fa accettare tutto quello che ti capita, perché “addà ì accussì…”, “deve andare così” e non può essere diversamente.  Ma ai sentimenti,  a quelli no,  non ci rinunci. E sono quelli che ti tengono in vita e ti costringono ad andare avanti. Anche se ti fai chiamare “Sciacallo”, così, per farti rispettare in strada, ma, alla fine, adori  la tua donna , una buffa ragazzina sveglia e insolente, come se ne incontrano tante nei vicoli di Napoli, e quel suo fratello sciocco e bambinone, che lei adora e che tu, a tuo modo, sopporti e coccoli.  
Sono i personaggi dei “Pisci ‘e paranza”, spettacolo conclusivo della rassegna “Magnifico Teatro” del “Magnifico Visbaal”, diretta dall’attore e regista Peppe Fonzo, ultimo appuntamento al Piccolo Teatro Libertà, menzione speciale al Premio Scenario 2015, progetto e regia di Mario De Masi. 
Che ha affidato alle efficaci caratterizzazioni di tre giovani attori e due giovani attrici, Andrea Avagliano, Fiorenzo Madonna, Luca Sangiovanni, Serena Lauro, Rossella Miscino,  le dolenti figure di tre clochard in salsa napoletana, persi nella loro infelicità, naviganti a vista nel mare della vita, che non fa sconti. L’ostilità e gli sfottò sono l’arma di difesa con cui affrontano  l’estraneo, il diverso da sé, qui incarnato da due “cafoni” di provincia, che hanno perso l’ultimo treno per il paese, sperduti e disorientati. 
Ma basta poco, dopo la diffidenza iniziale, per entrare in sintonia. E’ la notizia che lei è incinta a scuotere l’animo della vagabonda, che, di certo, vorrebbe un bambino anche lei, un sogno impossibile da realizzare, nella sua condizione. Di qui l’ “amicizia” di una notte, con i due forestieri, ed il reciproco prendersi in giro, tra battute, riflessioni pseudofilosofiche e grandi bevute di vino di pessima qualità, dal collo di una bottiglia, che i personaggi si passano indifferentemente di mano in mano. E sarà una bevuta di troppo, ardentemente desiderata e conquistata, ad avvelenare il più fragile del gruppo, quel “fratellone” adulto e bambino, che la sorella cullerà, ormai senza vita,  con una nenia cantilenante e dolcissima, piena di disperazione. Non  ci sarà riscatto e salvezza per loro, non ci può essere.

Un lavoro corale, nel quale sono confluite le esperienze di osservazione della vita e di studio dell'autore, ma anche quelle dei suoi compagni di avventura, un “agglomerato”, in verità, non una compagnia vera e propria, provenienti da esperienze teatrali e diverse, che hanno formato la loro indiscutibile professionalità. 
Molti applausi in chiusura, dunque, per un “finale di partita”, per dirla alla Beckett, non scevro di amarezza, da parte del direttore artistico della rassegna e del gruppo promotore di Magnifico Teatro, Peppe Fonzo: “Una stagione teatrale, la nostra - ha detto -  che è stata fortemente condizionata dai danni dell’alluvione, costatici ad ottobre, la rinuncia alla nostra struttura di via Ponticelli. Il trasferimento al Piccolo Teatro Libertà, il cui utilizzo ci è stato concesso dal Comune solo fino a giugno, e per il quale naturalmente, ancora ringraziamo chi di dovere, è solo temporaneo, però…Confidiamo nel fatto che la nuova Amministrazione possa consentirci di continuare il lavoro intrapreso, riconoscendo la nostra professionalità e la nostra attiva presenza culturale, apprezzata dal pubblico, che ha partecipato  sempre  ai nostri spettacoli e dalla critica che ci segue favorevolmente, anche ben oltre le mura cittadine. Speriamo che non debba essere quest’ultimo spettacolo,  l’atto conclusivo del nostro ciclo lavorativo, qui in città…” Intanto giovedì, conferenza stampa di chiusura di Magnifico Teatro, per trarre il bilancio ultimo della manifestazione, alquanto positivo, come detto, in termini di attenzione e partecipazione da parte degli spettatori, e per definire meglio, si spera, l’impegno futuro della Compagnia “Magnifico Visbaal”, qui in città. 

L'intervista ai protagonisti, da "Emozioni in Rete.com"