PARLIAMO DI...


29/03/24

LA RECENSIONE - Adriana Pedicini e la poesia della "Quintessenza": fra impressioni amare e suggestive e consapevoli speranze




di Maria Ricca

LIRICHE - Un volto femminile dall’espressione intensa, rivolto verso l’alto, forse verso il cielo, quasi ad attendere una risposta. “Quintessenza” (edizioni “Il Foglio”), il quinto e più recente volume di liriche di  Adriana Pedicini, docente di Lettere Classiche nei Licei, poetessa e scrittrice pluripremiata in prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali, presidente dell’Associazione di volontariato Uselte Auser, si presenta così, già nell’immagine di copertina, quasi a riassumere i pensieri e le emozioni dell’autrice. 


E dunque, accompagnati dall’afflato della “Ballerina”, la scultura in marmo policromo di Vitulano, opera di Mariano Goglia, impressa su sfondo di sfumature indaco, entriamo in punta di piedi nelle riflessioni in versi dell’Autrice, divise in sezioni, attraverso le significative parole delle sue poesie. Che subito non lasciano spazio a fraintendimenti: la vita è innanzitutto un “Navigare a vista”, e come darle torto. I pensieri si affollano nella mente di Adriana Pedicini, soprattutto all’imbrunire, ora cruciale del giorno nella quale ella ripensa a ciò che è stato, a ciò che è lontano e  prova nostalgia. Impossibile tornare indietro, però, al rifiorire della natura. All’umano non è concesso. Il cuore allora si fa scuro e non può essere diversamente, nel pensare ad una tragedia vicina, che solo il pensiero di una rinascita come “Stella” può, per un attimo, illuminare di nuovo. Sarebbe bello poter ricominciare tutto daccapo…Ma non ci è dato e “Non è lecito sapere” la via d’uscita, né il momento in cui essa si aprirà. La delicatezza delle espressioni rappresenta perfettamente la dolorosa incertezza per il futuro. Solo la “Natura” dà consolazione all’animo “sempre assetato”. E “L’ultima pagina” non è triste, anche se “il vuoto appare totale”,  perché la volontà domina la tristezza e riempie il vuoto di “fiori di biancospino, di cieli azzurri, del canto dei fringuelli”, in attesa del guado. “Qual è il senso della vita?” si chiede l’Autrice, e lo trova “nel profondo dell’anima”, nel “magma incandescente”. Forse la pace è solo “nel divino abbandono”. L’età più bella, ne è certa la poetessa, è quella attuale, in cui non c’è più la smania d’attesa, ma si può godere giorno per giorno della bellezza di ciò che si vive.

Giunge la “Grazia” divina a dar conforto alle ansie e ai dolori, l’immagine di una porta che si schiude alla Verità e restituisce finalmente un senso ed una prospettiva al dolore. Lo sguardo della scrittrice può aprirsi ora dunque ai “Colori e dolori del mondo” che intorno si agita, dei popoli che soffrono e cercano “Libertà” e quel futuro che però viene loro negato, senza alcuna pietà “financo per i più piccoli”. Il pensiero va all’Ucraina e a quel maledetto 24 febbraio 2022, quando il dolore è iniziato, e il pianto non può trattenersi. “Chi darà le case, le cose, il pane quotidiano, la dignità a chi hanno tolto perfino l’umanità?’. La dea bendata quasi “si diverte a rovesciare i tavoli, prima che la giostra sia terminata”. Amara e dolorosa consapevolezza che anche “Morta è la Pietà”. La speranza vive sempre, però, e un giorno “torneranno i sorrisi”. Infine, “L’abbandono” e il ricordo dolce e nostalgico della madre con il desiderio di ritrovarla, almeno nei sogni, in un “tempo senza tempo”.

“Dedicate” ad altrettante figure care, che l’autrice descrive attraverso le qualità più tipiche di ciascuna, tra ricordi delicati, gioia e tristezza, sono le liriche successive e l’afflato poetico si scioglie così in tenerezza.

La chiusura è dedicata ai ricordi di fanciulla e la lingua italiana non può che stemperarsi nell’idioma dell’anima, in un  “Trittico dialettale”, tra i “Suonni” e il “Grano” dei giochi dell’infanzia spensierata che si stempera, però,  ancora una volta, nella  “Malincunìa” che resta il leit motiv dell’intera raccolta. Splendide le immagini che inframezzano le liriche, notevole la capacità dell’Autrice di indagare in maniera struggente e spietata nelle pieghe del proprio animo, senza timore, offrendo un quadro complessivo di straordinaria suggestione. E forse la “Quintessenza” della vita è proprio qui, “nell’accettare consapevolmente e “religiosamente” – conclude Adriana Pedicini – come un personaggio sofocleo quel che ci capita e ammantarlo di senso”, poiché “se abbiamo occhi per guardare dentro e fuori di noi con meraviglia e desiderio ogni cosa, sarà la serena bellezza a dar vigore alle nostre speranze, a rendere brillante ogni opaco atomo del vuoto che ci opprime.”

24/03/24

BENEVENTO - Manlio Santanelli, doppio appuntamento, fra novelle e teatro, per chiudere la stagione del Magnifico Visbaal Teatro 2024


di Maria Ricca

L'EVENTO - Doppio appuntamento con il drammaturgo e scrittore Manlio Santanelli al “Magnifico Visbaal”, per la vigilia della Domenica delle Palme 2024, coincisa con l’ultima giornata della rassegna curata nello spazio di via Felice Fimbrio dall’attore e regista Peppe Fonzo, con il suo gruppo di lavoro.  

Nel pomeriggio il palcoscenico del Visbaal ha ospitato la presentazione delle “Dieci favole antiche alla maniera di Giovan Battista Basile”, scritte da Manlio Santanelli per i tipi della casa editrice napoletana Kairòs.


In un piacevolissimo confronto con il pubblico, il drammaturgo partenopeo ha risposto alle interessante domande rivoltegli sul volume ispirato alla tradizione dei “cunti”, che videro la luce nell’epoca barocca ed evocano una Napoli piena di figure popolari, sospesi tra verità ed immaginazione, tutte profondamente caratteristiche e significative, che vivono vicende altrettanto fantasiose, delle avventure costruite come veri e propri piccoli enigmi che lasciano il lettore col fiato sospeso, fino alla risoluzione e alla chiosa ultima, che coincide con la famosa “morale” della favola. Sono dei “cunti” spassosi, divertenti, che si leggono tutti d’un fiato e  in cui l’ironia dello scrittore si sublima nelle vicende naturalmente grottesche dei suoi personaggi. E loro parlano un napoletano arcaico, ma comprensibilissimo, una lingua colorita e spregiudicata come chi la parla. La prefazione del volume è affidata a Matteo Palumbo, scrittore, docente universitario e studioso di Letteratura Italiana, che sottolinea come in questi “cunti” entri proprio la vita e come Santanelli ne offra un campionario favoloso delle sue possibilità, un mondo strambo. E lo scrittore stesso ricorda infatti “Lo munno è libbro scritto da la mano de nu luocco”, forse perché spesso la realtà supera la fantasia. L’introduzione di Yvonne Carbonaro, saggista e scrittrice, poi, sottolinea il virtuosismo di Santanelli nelle metafore e similitudini create, in piena armonia tra il “significante”, ovvero le “parole” utilizzate ed il loro “significato”, parlando di un’operazione raffinata, divertente e perfettamente riuscita.


La giornalista Maria Ricca ha invitato lo scrittore a rispondere sui perché di questa scelta narrativa da parte dell’Autore, dopo una produzione soprattutto incentrata sulla drammaturgia contemporanea. Si è parlato poi della particolarità della lingua usata dallo scrittore, riproducente alla perfezione quella seicentesca e così affascinante, nonostante i giovanissimi abbiano fatto loro tutto un altro tipo di idioma partenopeo, quello utilizzato dai rapper alla Géolier, per intenderci, sulla possibilità di trarre uno spettacolo teatrale dalle “Dieci favole” e sulla scelta di coinvolgere i migliori studenti dell’Accademia d’Arte Drammatica di Napoli, individuati dalla docente Daniela Pergreffi, nella realizzazione delle illustrazioni del volume, che presenta anche i capoversi disegnati alle maniera delle miniature d’epoca. 


Quindi molte domande da parte del pubblico, affascinato dalle brillanti scelte linguistiche di Santanelli e dalla sua capacità di inventare personaggi e soggetti, iscrivendosi a pieno titolo in certa tradizione narrativa italiana che, accanto a Basile, annovera Carlo Emilio Gadda e Vittorio Imbriani.

La conversazione si è alternata alle piacevoli interpretazioni di Peppe Fonzo e Federica Aiello, che hanno letto, drammatizzandole, alcune delle pagine più significative del testo di novelle, rievocando le figure ivi raccontate.


Sul filo dell’ironia, ma anche del rinfacciarsi implacabile delle reciproche imposture, è stata poi l’irresistibile messinscena di “Domanda di desiderio”, ultimo spettacolo della rassegna “Magnifico Visbaal Teatro”, in cui Manlio Santanelli racconta gioie e miserie di una matura coppia di coniugi, che di fronte all’insolita richiesta di un amico di lei, che le chiede, peraltro via email, la semplice opportunità di poterla semplicemente …desiderare, reagisce rinfacciandosi l’un l’altro quanto fatto l’una per l’altro, svelando taciuti segreti e rancori mai sopiti. Fino all’imprevedibile finale. Straordinari Federica Aiello e Carlo Carlo Di Maio, diretti da Roberto Giordano.., che hanno dato vita alle due figure in una recitazione serrata ed impeccabile, che ha restituito perfettamente i significati dell’opera, in un’ora di dialoghi serratissimi e di soluzioni sceniche che hanno conferito ritmo e vitalità all’intera pièce.

Applausi, infine, all’Autore, rimasto in sala e agli attori, per sugellare una stagione che ha coinvolto gli appassionati e confermato il talento dei promotori.

22/03/24

S. GIORGIO DEL S. E BENEVENTO - Doppio appuntamento a S. Giorgio del Sannio e Benevento, con Eduarda Iscaro ed "Il Paese dei Sogni"


MUSICA E TEATRO
- Ancora doppio appuntamento per il Teatro Eidos, in questo fine settimana.

Si chiude, sabato 23 marzo alle ore 20,30, la stagione teatrale presso lo Spazio Eidos in Via dei Sanniti a San Giorgio del Sannio con lo spettacolo “SOLA E PENSOSA” scritto diretto e interpretato da Eduarda Iscaro.

Una fisarmonica, una chitarra e una voce. Storie, aneddoti, suggestioni e riflessioni dal repertorio musicale dei popoli del mondo.

“Sola e pensosa” è: una voce, strumento duttile quanto espressivo ed elegante, e una fisarmonica, con cui attraversare le culture del mediterraneo e delle sonorità etniche delle genti e dei luoghi.

Il pubblico sarà condotto in un percorso etnomusicale/musicologico di grande impatto emotivo. La musicista sannita è ben nota per le sue grandi doti musicali che coniuga al suo grande impegno nella ricerca e nella tutela della memoria e delle tradizioni. Il suo repertorio testuale e musicale è sconfinato e trasmette i sapori, gli odori, i colori, le sonorità e le suggestioni delle colline sannite e dei paesaggi del Mediterraneo.


L’ottavo appuntamento della ventesima edizione de “Il paese dei sogni”, la storica rassegna dedicata ai più piccini organizzata dalla compagnia Teatro Eidos, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, si terrà, invece,  domenica 24 marzo alle ore 17,00, presso il Teatro San Nicola e vedrà in scena la Compagnia “Lagrù” di Sant’Elpidio a Mare (FM) con lo spettacolo “I LUPI SONO CATTIVI… SOLO NELLE FAVOLE”, scritto e diretto da Oberdan Cesanelli con Lorenzo Palmieri, Stefano Leva e Oberdan Cesanelli.

Dalle note di regia: “Il lupo cattivo è un personaggio ricorrente nella narrativa popolare, nelle favole, e incarna il ruolo del cattivo, rappresentazione simbolica del male e del pericolo dal quale tenersi alla larga. Cappuccetto Rosso, i sette capretti, i tre porcellini, sono solo alcuni degli esempi in cui l’animale più nobile dei nostri boschi fa il feroce predatore e, di conseguenza, finisce quasi sempre male.

Nel nostro spettacolo il lupo viene catturato e prima di essere giustiziato, viene processato: si svolge così un vero e proprio dibattimento, con avvocato difensore e pubblico ministero, testimoni (che non possono che essere proprio loro, i protagonisti delle malefatte del lupo…) e un giudice un po’ distratto. Verranno così ripercorse le vicende del lupo attraverso le varie testimonianze e tra esilaranti colpi di scena e inaspettati imprevisti sarà proprio il pubblico a decidere se condannare o no il pericoloso criminale! Dunque, colpevole o innocente?”

 

16/03/24

TORRE ANNUNZIATA - "Oltre la linea al Magma", dal 20 al 23 marzo la nuova edizione di danza contemporanea e di teatro-danza


LA RASSEGNA
- Torna in scena al Teatro "Magma" di Torre Annunziata, dal 20 al 23 marzo 2024, la rassegna "Oltre la linea", kermesse di danza contemporanea e teatro-danza ideata e organizzata dall'associazione Itinerarte, con la direzione artistica di Sabrina D'Aguanno e Rosario Liguoro. Quattro giornate per ben sette spettacoli, in cui  la danza sarà in dialogo con gli altri linguaggi della creatività, nel segno distintivo della Kermesse: lo scambio reciproco tra le arti.

<<Il Magma è un piccolo teatro – racconta Rosario Liguoro – come tutti i palcoscenici che scegliamo e che ci accolgono; questi spazi sono congeniali alla rassegna, che da più di un decennio punta sull'osmosi tra pubblico e interpreti, sulla creazione di quell'atmosfera d'intimità che solo un piccolo spazio può garantire>>.

Saranno protagoniste del palcoscenico le compagnie: La Dance Company, Skaramacay, Mart Dance, Arb Dance company, Associazione Campania Danza, Akerusia Danza, Art Garage.

Di seguito il programma degli eventi. 

Mercoledì 20 marzo,  in scena"To Prepare for Action", una produzione La Dance Company, con la direzione artistica di Maria Vittoria Maglione e Caterina Ceravolo. Il lavoro nasce da un’interazione tra il coreografo Claudio Malangone e il gruppo La Dance, il cui focus si è centrato sull’azione/emozione vissuta dagli interpreti in condizioni che hanno evocato uno stato d’allarme, in un momento storico dove questa condizione è all’ordine del giorno.

Concept, regia e coreografia: Claudio Malangone

Autori/Interpreti: Nicoletta Cavallo, Miriana Velluto, Anna Esposito, Alessia Itri, Dario Ferrara e Simone Liguori

Compositore e sound designer: Alessandro Capasso. 

Sempre il 20 marzo, c'è "Uscita d'Emergenza",  spettacolo prodotto da Skaramac un racconto sulle emozioni alla scoperta di sé stessi, della vita come percorso a ostacoli. A causa di un guasto imprevisto, cinque individui sono costretti a passare insieme il tempo nello spazio ristretto di un treno. La danza rende manifesti pensieri, desideri, incubi, lotte quotidiane dei cinque passeggeri. L’uscita di emergenza si trasforma in via di fuga dalla propria vita, dalla realtà.

Regia e coreografia di Erminia Sticchi
Interpreti: Imma Tammaro, Amina Arena, Anna Cammisa, Emanuele Milo, Giuseppe Messere.
Infine, "De Generation", spettacolo di Mart Dance, che crea la visione di un futuro distopico ma ormai alquanto attuale, dove tutto quello che appartiene alle nostre origini e ci rende animali-umani si fonde e soccombe alla tecnologia fino a sparire totalmente.

Coreografie: Marco Auggiero
Compagnia: Mart Dance
Interpreti: Francesca De Vita, Sara Lomazzo, Autilia Ranieri
Assistente alle coreografie: Francesca De Vita

 Giovedì 21 marzo in scena "Knotting", lavoro coreografico di produzione Arb Dance company, che ha come concetto base l’immagine e il significato del nodo, qualcosa di complesso, centro nevralgico e addirittura vitale; Knotting è frutto della necessità di descrivere e inscenare un lato grigio della mente umana e dell’uomo nella società.

Coreografia di Marco Munno

Interprete Marco Munno

 Successivamente, spazio a "Origenia", uno spettacolo che esplora l’affascinante concetto di Origine, congiunto alla femminilità, in una prospettiva stimolante di connessione tra la Donna e la Terra con tutti i suoi elementi.Il corpo della donna diventa un luogo geografico senza confini, da indagare abbandonando i condizionamenti culturali.

Coreografia: Antonello Apicella
Musiche originali: Marco De Simone
Interprete: Olimpia Milione.
Produzione Associazione Campania Danza

 Venerdì 22 marzo, spazio a "Toru e Naoko", spettacolo di Akerusia Danza in collaborazione con Artgarage, che si può definire di ‘danza letteraria’, dove la danza è al servizio di un racconto tratto dal romanzo Norwegian Wood di Haruki Murakami. Due giovani personaggi, Toru e Naoko, che durante una passeggiata si scambiano promesse di cura e rispetto reciproco. La storia raccontata è resa visibile e fruibile da narrazione, coreografia e musiche originali create per lo spettacolo.

Regia di Rosario Liguoro. Coreografie di Sabrina D'Aguanno.
Interventi coreografici di Emma Cianchi.
Interpreti: Rossella Massari (attrice), Manuela Facelgi e Luca De Santis (danzatori).
Voce fuori campo: Giorgia Palombi.
Musiche originali di Massimo d'Avanzo

 Infine, sabato 23 marzo, ecco "Urgente Restare", un processo danzato, di produzione Akerusia Danza, fatto di riflessioni sulla relazione interiore tra due persone. La ricerca coreografica e teatrale è liberamente ispirata alla contrapposizione di due visioni artistiche: quella derivante dalle opere di Marc Chagall che nei suoi dipinti rievoca la memoria con un forte trasporto emotivo, e quella della fotografa India Lawton che gioca sofferente con l’idea di essere dimenticati.

Autori e interpreti: Chiara Alborino e Fabrizio Varriale
Coordinamento e direzione artistica: Elena D'Aguanno
Testi drammaturgici: Giuseppe Pompameo, Enrico Manzo
Voice over: Kalina Georgieva, Fabrizio Varriale

15/03/24

BUCCIANO (BN) - Midora Teatro presenta "La sorpresa", dedicato alle donne, domenica 17 marzo


TEATRO - Torna in scena, a pochi giorni dall’8 marzo, per parlare ancora di donne, la compagnia Midora, con Miriam Iuliucci e  Doriano Rautnik. Stavolta, però,  con un occhio  ironico e solo apparentemente critico i due attori proporranno "La sorpresa", ovvero " con le donne... niente è scontato", nella sala teatro dell'ex municipio di Bucciano, domenica 17 marzo, alle 18. 
Vi saranno cambi di scena e di situazione che sovvertiranno l’apparenza, le convinzioni e anche qualche luogo comune: meno, sicuramente, di quello che la realtà ci racconta tutti i giorni. 

14/03/24

NAPOLI - Al via "La Russo presenta la Settimana della Legalità". Fino al 21 marzo incontri e testimonianze dal mondo della giustizia, del sociale e della cultura


È iniziata quest'oggi, giovedì 14 marzo, la rassegna di eventi intitolata "La Russo presenta la Settimana della Legalità", promossa all'IC "Ferdinando Russo" di Pianura. “In ricordo delle vittime innocenti di mafia”, si terranno fino al 21 marzo numerosi incontri, su coordinamento del regista e attore James La Motta, da sempre impegnato nell'opera di sensibilizzazione alla cultura della legalità, che varranno a portare all'attenzione del pubblico diversi testimoni, sia dal mondo civile che da quello del cinema, che ricorderanno il proprio operato nella società. Fine comune, quello di combattere la criminalità, dando vita a progetti di reintegro ed inclusioni, per offrire una speranza ai giovani che purtroppo nella propria vita non hanno avuto eventi fortunati e cercare di garantire loro un futuro migliore. 

Quest'oggi, per la Giornata dedicata alle Associazioni, vi è stato l'intervento di Edoardo Di Napoli dell' Associazione Antiracket Sanità e promotore culturale, quindi di Luigi Cuomo Presidente Nazionale S.O.S. Impresa portavoce Antiracket Pianura. 

Sono intervenuti poi Franco Gargiulo, Resp. Presidio Libera IX municipalità, Gianluca Guida Direttore I.P.M. Nisida, Luca Varone attore della serie TV “Mare fuori”.

Venerdì 15 marzo, spazio alla "Giornata della Resilienza", con l'intervento della prof.ssa Marialuisa Iavarone, promotrice dell'Associazione A.R.T.U.R.. 

Lunedì 18 marzo, al centro delle testimonianze della "Giornata delle Forze del Bene" , l'incontro con i familiari delle vittime innocenti e quello con le Forze dell’Ordine.

Martedì 19 marzo, per la "Giornata dell'Impegno" interverrà  Massimiliano Diamanti, Com. Carabinieri di Pianura. Mercoledì 20 marzo, per la "Giornata delle riflessioni, ospiti il magistrato Catello Maresca e Pietro Perone, giornalista de "Il Mattino". 

Giovedì 21 marzo, nell'ambito della "Giornata per non dimenticare" parlerà di legalità Andrea Saggiomo, Presidente della IX Municipalità. Relatrice e moderatrice dell’ evento sarà Antonella Portarapillo, Dirigente scolastico IC Ferdinando Russo-Napoli. 


10/03/24

PIETRELCINA - "Voci di Donne": la Consulta femminile ed il Centro Sociale "Grazio Forgione", uniti per celebrare le conquiste della "Giornata" dell'8 marzo

 


di
Maria Ricca

L'EVENTO - Intensa e di significato pregnante, la serata “Voci di Donne”, promossa il 9 marzo dall'Amministrazione Comunale di Pietrelcina, con la Consulta delle Donne ed il Centro Polivalente per Anziani “Grazio Forgione”, in occasione della Giornata Internazionale della Donna. La cittadina che diede i natali a Padre Pio si è resa così protagonista di un gemellaggio tra le due associazioni, ospitato nella sala riunioni del Centro, che è valso a celebrare i valori dell’affermazione femminile in ogni campo, anche attraverso il ricordo di chi ne fu, in qualche modo, pioniera ed in maniera tanto più significativa, proprio perché visse ed operò in una piccola provincia.

(foto 1)

Animatrice ed organizzatrice della serata, l’Assessore Comunale alla Sanità e alle Pari Opportunità Filomena Masone (foto 1), che ha introdotto via via gli ospiti intervenuti. Significativo, in apertura, l’intervento del Sindaco di Pietrelcina, Salvatore Mazzone, che ha sottolineato il ruolo dell’associazionismo come veicolo di crescita e di condivisione. Quindi il ricordo degli eventi tragici che, nel corso della storia, hanno portato all’individuazione dell’8 marzo come giornata dedicata a ricordare il ruolo fondamentale delle donne nella società, le loro lotte per l’emancipazione, attraverso mille sacrifici. Ancora troppe donne, infatti,  non riescono ad impegnare i propri talenti, ancora troppi i femminicidi, ancora profondo il divario da colmare tra norma e realtà. Dev’essere quella dell’8 marzo, quindi, una giornata di responsabilità, che valga a promuovere l’uguaglianza non solo formale, ma anche sostanziale fra uomini e donne.


Poi l’Assessore Masone ha introdotto via via i profili delle personalità premiate per il proprio impegno, nel segno dell’affermazione dei diritti al femminile. 

Innanzitutto, la compianta Belinda Cardone, prima imprenditrice pietrelcinese e prima donna a prendere la patente, per poter guidare il camioncino che serviva all’attività artigianale di famiglia, oggi sviluppatasi a Piana Romana, azienda che porta il suo nome. A ritirare il riconoscimento, una splendida pergamena accompagnata da mimose, consegnato da Adriana Zollo del coordinamento della Consulta, sono stati il figlio Michele ed il nipote Antonello. La Zollo ha sottolineato l'importanza della resilienza da parte delle donne di una volta, che hanno saputo fare di necessità virtù, rimboccandosi le maniche. Molte continuano ancora a lottare in tal senso e l'auspicio è che si giunga ad un mondo più giusto ed inclusivo. 
Quindi, Rosina Quattrocchi, molto attiva nel Centro Anziani “Forgione”, premiata dalla presidente Maria Pilla (foto d'apertura), che ha ricordato a sua volta le attività della struttura, nata nel 2002 e ormai punto di riferimento, grazie a tutti gli eventi promossi e rivolti ad ogni età, della comunità pucinara. Da quest’anno sarà possibile sostenerne l’impegno destinando al Centro il 5 per mille nella dichiarazione dei redditi (foto 3).  

(foto 3)

Significativo e commovente il momento in cui un riconoscimento è stato conferito anche ad Uliana Shevcuck (foto 4), giovane madre ucraina, presentata dall’imprenditrice Assunta Girardi, in fuga con i propri figli dalla guerra e accolta con sostegno ed affetto dalla cittadina di Pietrelcina, che ha dato a lei e alla sua famiglia l’opportunità di ricominciare. A lei il riconoscimento è stato consegnato da Filomena Rosa, assistente sociale del Comune di Pietrelcina. 
(foto 4)


Nel corso dell'evento anche l’interessante intervento di Stefania Glielmo (foto 5), presidente della Consulta delle Donne di Pietrelcina, che ha ricordato le conquiste delle donne nel corso della storia, a partire dalla figura di Lidia Poet, prima avvocata italiana nel 1920, poi l’ammissione femminile al voto, nel 1946, per scegliere tra Monarchia e Repubblica, l’ingresso delle donne nella Magistratura nel 1963, e l’abolizione del delitto d’onore e del matrimonio riparatore nel 1981, fino all’ammissione del reato di stalking nel 2009 e alla tutela femminile nel mondo del lavoro del 2010. Molto fortunate, comunque, ha ricordato la Glielmo, devono ritenersi le italiane rispetto alle cittadine di altri Paesi, in cui purtroppo ancora vigono forti discriminazioni. Del resto, ha concluso l’assessore Masone, ormai straordinaria è l’affermazione in ogni campo lavorativo delle donne, non ultimo quello sanitario, nel quale rappresentano ormai circa il 70% del totale degli operatori.

(foto 5)


La serata si è conclusa all’insegna della poesia, con l’intervento di chi scrive (foto 6), che ha ricordato la figura dell’artista messicana Frida Khalo, peraltro presente nell’immagine rappresentativa della Consulta delle Donne di Pietrelcina, ed il suo difficile, passionale rapporto con il marito e grande pittore Diego Rivera, sintetizzato nella poesia della Khalo  “Non ti chiederò", a sottolineare l’importanza della solidarietà e del sostegno reciproco nella coppia.

(foto 6)


Grande la partecipazione di pubblico all'evento, animato da musica e canzoni, eseguite da Mario Pompilio e Dina D'Apollonio. Infine, il taglio beneaugurale della torta Mimosa, simbolo della “Giornata”, foto di rito ed anche una simpatica lotteria di raccolta fondi, che ha premiato molti degli intervenuti.




22/02/24

BENEVENTO - La Transizione Ecologica della Solot, al via il progetto con il Ministero della Cultura


IL PROGETTO - La"Transizione ecologica: organismi culturali e creativi" è stata al centro questa mattina della conferenza di presentazione del progetto ideato dalla Solot Compagnia Stabile di Benevento, con  Michelangelo Fetto ed Antonio Intorcia, principali referenti della cooperativa. Fondamentale il tema dell'ambiente, coniugato all'aspetto culturale e teatrale in un percorso che la Solot avvierà, grazie anche alla misura promossa dal Ministero della Cultura. In sostanza verranno realizzati degli allestimenti teatrali in particolar modo rivolti a scuole e famiglie, relativi alla sfera ambientale, con l'attivazione di laboratori ecosostenibili e tre video cartoon, incentivando inoltre la mobilità ad emissione zero, con plauso a coloro che si recheranno agli spettacoli in bicicletta. 
Inoltre lo scopo finale sarebbe riuscire ad ottenere l’autosufficienza energetica dello stabile, dopo anni in cui la Solot si è impegnata ad arrivare ad un adeguamento in prospettiva "green" della struttura del Mulino.
Auspicabile, hanno detto i referenti,  sarebbe il coinvolgimento ed il sostegno degli imprenditori del territorio, magari con la misura dell' "art-bonus", dato che la stessa Solot investirà delle risorse proprie nel progetto, autotassandosi, giacché il progetto è co-finanziato. 

20/02/24

CAPUANOVA - Antonio Iavazzo presenta "L'Incontro", "estasi mistica" di un amore perduto, che si fa coralità universale


di Maria Ricca

TEATRO - Una coppia “scoppiata”. La voglia di rivedersi, di comprendere i perché di una sconfitta, in un’analisi impietosa che approfondisce il solco della tremenda frattura. Perché dunque infliggersi questa tortura, se non vale a ricostituire l’armonia fra due persone che hanno immaginato di poter percorrere  la propria strada insieme? E’ un male “necessario”, probabilmente, per chiudere i conti con il passato, nel modo più doloroso, ma più efficace. Sono i temi de “L’incontro” di Antonio Iavazzo, nuova interessante produzione dell’autore e regista campano (aiuto regista Chiara Russo, organizzazione generale di Gianni Arciprete, Audio e Luci a cura di Giovanni Guarino e Antonio Ferraro), a Palazzo Fazio di Capua, dove è in corso, col patrocinio del Comune,  la rassegna nazionale di teatro, danza, arti performative,  “FaziOpen Theater”, com’è noto, promossa in maniera indipendente.

Liberamente tratto da “La cerimonia” di Giuseppe Manfridi, il testo ha piuttosto il sapore di una vera e propria reinterpretazione della “folié a deux” degli amanti in scena, che qui  si moltiplica in volti e voci nella pluralità degli interpreti, di diverse età e nazionalità, mescolati tra il pubblico a rappresentare l’universalità della vicenda trattata. Tutti molto ispirati ed eleganti (si trattava di “Una cerimonia”, dopotutto) gli attori Rosalba Ciliento, Giulio De Riso, Mario Di Fraia, Valeria Giove, Licia Iovine, Gennaro Marino, Giusy Petrone, Chiara Russo, Elio Vagliviello, Antonio Villano, Salvatore Zappulo e Daniela Ziello.

Un effetto stereofonico, quello delle sonorità intrecciate dagli interpreti, che, dopo un primo momento di voluto spaesamento, trasforma l’iter narrativo in una sorta di dramma radiofonico, quando il pubblico rinuncia a concentrarsi sulla fisicità dei personaggi, per lasciarsi catturare dalle spire del racconto. Un “singhiozzo” collettivo, alternato al grottesco di una storia dai toni acuti ed insopportabilmente amari, che si addolcisce solo un po’ quando i due, per un attimo, sembrano ritrovare l’intesa perduta. Ma il loro rinnovato idillio è solo l’ennesimo, ultimo atto del percorso perverso che compiono insieme: i due si chiudono nella propria gabbia dorata e chiudono il  mondo fuori, smettendo di uscire, di incontrare chiunque, persino il fratello di lei, ammalato e nevrotico, avvolgendosi in una sorta di estasi mistica, che prevede il buio e la mancanza d’acqua e di cibo, avendo smesso di pagare le bollette, per cibarsi, in sostanza.. di se stessi.

Una partita a due, in cui la realtà supera la fantasia, e si avvicina, infatti, incredibilmente, a certi episodi di cronaca anche recente,  e che non può che concludersi, simbolicamente, in un ultimo, drammatico lancio di dadi. Tutto è deciso, tutto deve compiersi. Resta solo da capire a chi toccherà per primo por fine alla storia. Ed è lei, quindi, che per mano di lui, come nel più classico degli omicidi-suicidi, si lascerà avvolgere intorno al collo un simbolico cappio rosso, per sciogliere nel sangue il proprio tormento. Lui la seguirà a breve…Oppure no?

Alla fine della due giorni di prime rappresentazioni, come sempre, il regista Iavazzo ha risposto alle domande degli spettatori, nel consueto, proficuo dibattito di fine performance che vale a chiarirne i temi, ma anche a ripercorrere insieme le emozioni provate.

05/02/24

CAPUANOVA - Il duello “Edison-vs-Tesla – La luce e l’oblìo” della Red Roger: scienza e coscienza al "FaziOpenTheatre”



di Maria Ricca

TEATRO - L’insolito e forse inaspettato “duello all’ Ok Corral” tra Edison e Tesla, la sfida a colpi alti (e bassi!) tra i due geni delle potenzialità della  “conduzione elettrica” è stato al centro della performance andata in scena nell’ambito del cartellone “FaziOpenTheater”, rassegna Nazionale di Teatro, Danza e Arti Performative, sezione teatri di innovazione, con l'ideazione e la direzione artistica di Antonio Iavazzo e l'organizzazione generale di Gianni Arciprete.  

“Le magnifiche sorti e progressive” del mondo, grazie agli ingegni di “Edison vs Tesla – La luce e l’oblio”, si sono rivelate fra splendori e miserie nella pièce della compagnia Red Roger di Benevento. Arrampicati su una scenografia volutamente essenziale quanto aspra, costruita su tubi e reti, a significare la complessità degli incroci elettrici e le difficoltà di tenere tutto sotto controllo, Pier Paolo Palma, autore del testo (il calcolatore e spregiudicato Edison)  ed  Eugenio Delli Veneri (il visionario ed arguto Tesla) hanno combattuto senza esclusione di colpi la lotta della vita per entrambi. Una recitazione “plastica” e molto fisica la loro, sorretta da una preparazione attoriale certosina. La regia impeccabile ed acuta di  Georgia de’ Conno, sottolineata dalle indovinate scelte musicali del compositore Massimo Varchione, ha raccontato lo scontro tra titani, avvalendosi di brillanti soluzioni sceniche, una su tutte quella delle corde in movimento, ad indicare correnti continue ed alternate, ma anche  testardaggine e caparbietà contro brillante ingegno innovatore, doti tese a portare “non la Scienza nelle case, ma la magia”. Un contrasto tutt’altro che poetico, però, quello portato in scena, ma anzi piuttosto condizionato dall’ambizione, dalla voglia di primeggiare e di arricchirsi anche a discapito della verità dei fatti e con  l’ausilio di esperimenti orrendi e grotteschi. Fino all’invenzione più macabra di tutte, quella “sedia elettrica” che nelle intenzioni avrebbe dovuto dare “più umanità” all’esecuzione, rivelatasi invece,  naturalmente, il supplizio più atroce.

 “Scienziati” o “assassini” ci si chiede in chiusura di pièce? Domanda legittima o forse no, che rimanda, però, ancora una volta al libero arbitrio, alla piena responsabilità umana sulle scelte rispetto ai frutti dell’intelligenza umana.

Dopo lo spettacolo, il consueto dibattito con gli attori, trasformatosi in un piacevole e vivace  scambio di battute fra il pubblico e gli ironici , validissimi interpreti, che con la regista e l’autore delle musiche hanno illustrato i perché di una scelta teatrale, presentata, all’esordio, a Benevento Città Spettacolo d'inverno,  e che certo non sfigurerebbe anche come proposta didattica per le scuole, per far riscoprire agli studenti l’unicità delle due figure rappresentate, illustrando certi meccanismi, sia fisici che economici.

Prossimo appuntamento con il “FaziOpenTheater”, sezione “Teatri dei Germogli”,  domenica 18 e lunedì 19 febbraio, con “L’Incontro” di Antonio Iavazzo, liberamente ispirato al testo “La Cerimonia” di Giuseppe Manfridi. In scena l’Associazione “Il Colibrì” di Sant’Arpino (CE).

04/02/24

BN CITTÀ SPETTACOLO D'INVERNO - "I due Papi" Rigillo e Colangeli reinterpretano gli umori di Ratzinger e Bergoglio


di Emilio Spiniello

TEATRO - Due grandi attori navigati come Mariano Rigillo e Giorgio Colangeli sono approdati al teatro comunale di Benevento per lo spettacolo “I Due Papi”,  scritto da Anthony MacCarten, nell’ambito della  Stagione Invernale del festival Benevento Città Spettacolo. La versione italiana, diretta da Giancarlo Nicoletti, si sofferma sulle “vite parallele” di due uomini straordinari, tormentati da dubbi ed inquietudini. Un fatto che tutti ricordiamo, unico nel suo genere: dopo 700 anni da un simile evento, Papa Benedetto XVI, nel febbraio 2013,  annunciò al mondo le sue dimissioni sentendosi non più adeguato. Come due vecchi amici si incontrano nei giardini Vaticani, l’uno chiede soltanto una firma di dimissioni dal suo ruolo di arcivescovo di Buenos Aires, l’altro, Pontefice in carica, gli sta per confessare la sua intenzione di dimettersi dal soglio pontificio. 


 Le riflessioni del “pastore tedesco” Papa Benedetto XVI le ritroviamo all’inizio della pièce quando in un dialogo con suor Brigitta nella sua Baviera, ammette che non riesce più a sostenere il peso di guidare la Chiesa.  Suor Brigitta (Anna Teresa Rossini) è sconvolta da tale pensiero. Parallelamente, l’allora cardinale  Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, lo ritroviamo a dire messa nei barrios argentini: tra gli ultimi, tra i disperati in modo semplice e sostenuto nel suo agire da una religiosa venezuelana, suor Sofia (Ira Fronten).   Ratzinger e Bergoglio si incontrano poi a Roma nella Cappella Sistina in una sorta di amichevole confessione: due uomini che si rivelano ammirando  il Giudizio Universale di Michelangelo. Mettono a nudo i propri peccati, le proprie preoccupazioni future. Vengono fuori i due mondi nettamente differenti: uno conservatore, l’altro progressista e riformatore, anche nel quotidiano. Benedetto legge libri, suona il piano ed appare come un Papa freddo e burocrate; il futuro Francesco invece, ama il calcio, il tango e sa parlare ai giovani. Eppure in quell’incontro intimo, ognuno lascia qualcosa di sé all’altro, tra ironia, battute e dialoghi leggeri. Arriviamo al giorno del Concistoro, dove, come sperava in cuor suo il Papa tedesco, viene eletto Pontefice l’amico Bergoglio, così diversi, eppure protagonisti di  una spiazzante unione. I media internazionali annunciano la fumata bianca: ecco il nuovo Vescovo di Roma. A fine spettacolo entrambi si scambiano due sciarpe delle rispettive nazionali di calcio.

31/01/24

BENEVENTO- Al Cesvolab, l'Uselte Auser parla della "Butterfly"


Giovedì 1 febbraio 2024, dalle ore 17:00 alle ore 19:00, nell’Auditorium del Cesvolab, viale Mellusi 68, palazzo del volontariato, l’Associazione di volontariato Uselte Auser (Università della terza età) proseguendo negli appuntamenti musicali, presenterà il primo atto di Madama Butterfly di Giacomo Puccini, a cura di Mario Pedicini. Successivamente saranno presentati il secondo e terzo atto.

25/01/24

AVELLINO - Al Gesualdo, l'arringa di Marco Travaglio, ne "I migliori danni..."


di Emilio Spiniello

Giunto al teatro Gesualdo di Avellino il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, il quale ha portato in scena il suo spettacolo “I migliori danni della nostra vita”. Un racconto sugli ultimi 10 anni di governi italiani, tra ribaltoni, gaffe, satira. Il tutto manovrato dai poteri marci europei e dai bombardamenti dei mass media schierati, che di volta in volta hanno caratterizzato precisi periodi politici del nostro Paese, per far cadere quello o quell’altro Governo. L’Armata BrancaMeloni, l’ha definita, iniziano con stile satirico ad analizzare tutti i “cognati” d’Italia, in riferimento alla famiglia Meloni e ai posti di potere: ognuno ha avuto il suo posto di lavoro. Arianna Meloni, la sorella coordinatrice del paritto, il cognato Francesco Lollobrigida nominato Ministro dell’Agricoltura, passando per tanti altri nomi a lei vicini.

Travaglio ha distinto i Governi in due tipologie: quelli col pilota automatico di Bruxelles e quelli senza di esso. Giuseppe Conte, invece, ha rappresentanto il Buon Governo, messo poi fuori dalle dinamiche internazionali e dalle correnti europee atlantiste. In seguito ha scannerizzato, uno ad uno, tutti i Ministri dell’Esecutivo. Manco a dirlo, ognuno protagonista di storie ridicole, figuracce sulla Stampa, eventi imbarazzanti. Spazio ampio ai giornali e giornalisti italiani, buoni ad infangare in base ai posizionamenti ed ai momenti storici. Con Travaglio si ride dei tecnocrati, dei finti-progressisti e dei nuovi fasci. Non perdona la politica estera attuale piegata ai voleri dei falchi europei e degli Stati Uniti, che ci portano a guerre e conflitti che non ci riguardano, come l’Ucraina, la Russia, Israele, Hamas e la Cina. Fa un bilancio degli ultimi cinque anni di Governo italiano: da Letta a Gentiloni da Conte a Draghi, per finire con la Meloni. Prende spunto dalla canzone di Renato Zero “ I Migliori Anni Della Nostra Vita” per commentare la cronaca politica italiana in modo sicuramente raffinato, non risparmiando nessuno.

BENEVENTO - A S. Giorgio del S. "La Trasferta" del Teatro Eidos per la "Giornata della Memoria". In città "Don Chisciotte" per "Il Paese dei Sogni"


TEATRO
Doppio appuntamento per il Teatro Eidos, in questo fine settimana.

In concomitanza con la giornata della memoria, si apre, infatti, la seconda parte della stagione teatrale presso lo Spazio Eidos in Via dei Sanniti a San Giorgio del Sannio con il primo appuntamento che si terrà sabato 27 gennaio alle ore 20,30 con lo spettacolo “LA TRASFERTA”, della stessa Compagnia Teatro Eidos, scritto e diretto da Virginio De Matteo. Dalle note di regia: “Non è, questo ispirato a Peter Weiss e a Primo Levi, un testo teatrale vero e proprio, ma la testimonianza di una delle più immani tragedie dell’umanità. Perciò è un testo così simile, per molti aspetti, a una tragedia greca: anzitutto nella sua straordinaria universalità, un richiamo che va al di là del tempo e dello spazio, capace di parlare agli esseri umani di ogni epoca.”


Prosegue, invece, con il quarto appuntamento la ventesima edizione de “Il paese dei sogni”, la storica rassegna dedicata ai più piccini organizzata dalla compagnia Teatro Eidos, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, che domenica 28 gennaio alle ore 17,00, presso il Teatro San Nicola, vedrà in scena la Compagnia La Baracca dei Buffoni di Arzano (NA) in “DON CHISCIOTTE… il teatro non si chiude”, di Orazio De Rosa, Raffaele Parisi e Antonio Perna per la regia di Orazio De Rosa. Dalle note di regia: “Lo spettacolo è ambientato in un teatro che rischia la chiusura, dove Alfonso, il giovane custode, è rinchiuso da mesi in segno di protesta per evitare che ciò accada. Carlo, il proprietario del teatro, ha intenzione di venderlo per trasformarlo in un grande supermercato.  Ma deve fare i conti con Alfonso che, a seguito di una colluttazione tra i due, sviene. Al suo risveglio crede o finge di essere Don Chisciotte della Mancia. Carlo e la sua collaboratrice Antonia, pur di uscirne vivi, decidono di assecondare Alfonso e di partecipare alle valorose gesta che il cavaliere errante fa apparire ai loro occhi. Così, per illusione o grazie alla magia del teatro, prendono vita alcune tra le più celebri avventure de “el Ingenioso hidalgo”. Alla fine, dopo aver combattuto contro i mulini a vento, Alfonso, lascia a Carlo l’ultima parola sul destino del loro teatro. Lo spettatore sarà catapultato, travolto e coinvolto in un mondo irreale, teatrale, magico, clownesco e cavalleresco; un mondo fatto di immagini, musiche dal vivo e travestimenti.

 

È consigliata la prenotazione.

Per informazioni e prenotazioni

Tel.: 0824.58474 / 335.413060 - www.teatroeidos.it - info@teatroeidos.it

 


13/01/24

BENEVENTO - Al Magnifico Visbaal Teatro, Nello Provenzano presenta "Gaetano, favola anarchica", sabato 13

TEATRO - Va in scena questa sera nello spazio del Magnifico Visbaal Teatro in via Fimbrio,  Nello Provenzano, con lo spettacolo "Gaetano, favola anarchica", che racconta la storia di Gaetano Bresci, l’anarchico regicida che il 29 luglio 1900 colpì a morte Umberto I, re d’Italia e ne racconta la vita attraverso la scelta di un linguaggio favolistico. La vicenda infatti si intreccia con “A toccare il naso del re”, racconto breve di Gianni Rodari, ed è proprio attraverso la dimensione del gioco che Gaetano arriva a determinare la sua crescita umana e politica. Toccare i nasi dei grandi prima, e dei potenti dopo, diventa il “piccolo atto rivoluzionario” attraverso il quale Gaetano, ancora giovanissimo, sente di poter annullare ogni distinzione di classe, in quanto sfiorare la carne altrui sottolinea quanto le differenze tra gli uomini non hanno ragione di esistere. A poco a poco scopriamo che Gaetano è sì un rivoluzionario, ma atipico, e alla ricerca costante di un equilibrio che possa conciliare i “dogmi” politici con la sua straripante passionalità.La storia di Bresci, l’anarchico che uccise il re, è sviluppata come un flusso di autocoscienza dall'attore Provenzano, diretto da Riccardo Pisani, che riesce a restituire integrità al personaggio e al racconto anche in silenzio, rivelando una mimica di grande impatto. 

12/01/24

BENEVENTO - "Giufà e il Mare", viaggio nel Mediterraneo per "Il Paese dei Sogni", il 14 gennaio


TEATRO - Dopo la pausa festiva, riprende la programmazione della ventesima edizione de “Il paese dei sogni”, la storica rassegna dedicata ai più piccini organizzata dalla compagnia Teatro Eidos, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento. Il terzo appuntamento è, infatti, per domenica 14 gennaio 2024 alle ore 17,00 presso il Teatro San Nicola, con lo spettacolo della Compagnia Centro RAT di Cosenza “GIUFA’ E IL MARE”, scritto e diretto da Antonello Antonante, con Maurizio Stammati e Alessandro Parente, con le musiche di Ambrogio Sparagna. Dalle note di regia: “Un racconto nel racconto. Il cantastorie gioca con il percorso narrativo come con gli oggetti e gli elementi scenografici attraverso un viaggio nel mediterraneo, dove con dialetti e lingue diverse, colori e suoni, attori e personaggi, racconti e aneddoti, miti di un tempo e cose reali, identità e tradizioni, incontra e conosce tante persone sempre diverse tra loro. Ma non è solo un viaggio attraverso il mare nostrum, è anche un viaggio attraverso il teatro, dove il gioco della finzione si cela e si svela repentinamente e dove i modi e le tecniche si fondono e si confondono in un continuo fluire. Lo spettacolo realizzato con tecnica mista (teatro d’attore, teatro musicale, teatro di figura) riesce ad incantare trasversalmente tutte le generazioni, e si pone al di sopra di ogni categoria, offrendo agli spettatori, molteplici livelli di lettura. Le musiche, composte da Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo tra i più noti ed affermati in Italia, eseguite per organetto, completano la dimensione del viaggio, attraverso le suggestive contaminazioni musicali.

Per informazioni e prenotazioni 

Tel.: 0824.58474 / 335.413060



N.B.: I biglietti potranno essere prenotati via mail. L’acquisto potrà avvenire on line sul sito del Teatro Eidos alla sezione Ticket oppure il giorno dello spettacolo presso il Teatro San Nicola dalle ore 16,00. Posto unico: € 8,00.


10/01/24

NAPOLI - "So' Pep sempre di più" , l'elettroshow di Peppe Iodice approda all'Augusteo


TEATRO
- Peppe Iodice sarà in scena, da venerdì 19 a domenica 28 gennaio al teatro Augusteo (Napoli - Piazzetta duca D’Aosta 263), con “So’ Pep …sempre di più”, elettroshow di Peppe Iodice scritto con Francesco Burzo e Marco Critelli, con la regia e ‘terapia’ di Francesco Mastrandrea: “Tutto il mondo sta provando a venire fuori da un periodo estremamente complesso: guerra, pandemia, crisi economica hanno cambiato le regole del gioco, e per gli artisti non ha fatto differenza, così quando nella scorsa stagione abbiamo pensato al nuovo spettacolo insieme a Peppe Iodice, ci siamo detti che forse ci avrebbe fatto bene usare questo nuovo show come un’occasione per liberarci dalle nostre paure, preoccupazioni, perplessità, e dove farlo se non in teatro? Da sempre nostro luogo preferito per esprimere emozioni. Abbiamo così deciso di condividere con gli spettatori le riflessioni, i pensieri e la personalissima visione comica della realtà che ha reso Peppe un beniamino del pubblico.

La versione aggiornata di questo show è sempre più attuale, sempre più irriverente e sincera, sempre più vicina al ritratto di Peppe Iodice, uomo e artista, sempre di più Pep! Insieme al pubblico proveremo a dare vita a una terapia di gruppo, alla nostra maniera, e vi sveleremo i nostri segreti, liberamente e senza filtri, tanto alla fine ‘resta tra noi’”.


05/01/24

TEATRO - Domenico Iannacone racconta e si racconta, tra intime riflessioni e potenti denunce

di Emilio Spiniello

 

BENEVENTO - Un viaggio in quella che dovrebbe essere la normalità, una straziante ed emozionante umanità che dovrebbe avvolgere le nostre vite, in un tempo in cui non incrociamo più lo sguardo dell’altro, non ci relazioniamo davvero con il prossimo. Il giornalista molisano Domenico Iannacone, volto di Rai 3, si cala nel teatro di narrazione trasformando il racconto televisivo in uno spazio intimo di riflessione e denuncia. Lo spettacolo "Che ci faccio qui... in scena", prodotto da TeatroDelLoto-TeatriMolisani, è stato protagonista di un nuovo appuntamento di "Obiettivo T", la stagione teatrale promossa dalla Solot - Compagnia Stabile di Benevento. Nel suo tour teatrale, ricco di date, porta alla luce quello che la televisione non può comunicare, per limiti suoi. Ha ripreso le storie più intense ed intime, già raccontate in tv, immergendosi ed estrapolando da esse la grandezza dell’insegnamento.

 

 


Iannacone abbatte la quarta parete, condividendo con la platea le emozioni vissute nei suoi tanti incontri con persone disagiate e sofferenti. Torna alla sua infanzia e alla formazione artistico/professionale grazie all’incontro con la poetessa Amelia Rosselli, morta suicida, ed i grandi esponenti della poesia italiana del ‘900. Un mondo di ingiustizie, tante come quella l’uomo separato senza lavoro che vive in auto; la fine dell’ex fabbrica farmaceutiche Leo, oggi covo di sbandati e drogati, stesso destino per la Scampia degli anni ’90 popolata da zombie succubi della droga. Senza tralasciare i disastri ambientali a Terzigno e nella Terra dei Fuochi.

 

 


Momenti anche più positivi e speranzosi come le attività di Linea d'Ombra ODV, una organizzazione di volontariato nata a Trieste nel 2019 per sostenere le popolazioni migranti lungo la rotta balcanica oppure il giusto riconoscimento del vitalizio all’artista Fausto Delle Chiaie, in condizione di disagio economico ma di empatica grandezza umana. Nella sua Campobasso, l’emozionante cammino di uomo affetto da sindrome di down che si prende cura della mamma malata di Alzheimer: due fragilità che si uniscono. Ed ancora il museo degli oggetti del collezionista Domenico Agostinelli ed il “campo dei miracoli” di calcio nel quartiere Corviale di Roma: una luce per i giovani del rione nella bruttezza del luogo. La rivalsa di un’azienda della provincia di Vicenza che ha ripreso quota producendo telai con tessuti cinesi, salvando tantissime persone dal licenziamento. Ad accompagnarlo sul palco, le musiche live di Francesco Santalucia, le installazioni video di Raffaele Fiorella, il coordinamento tecnico di Eva Sabelli ed artistico di Stefano Sabelli. Sperando di rivedere Iannacone sul piccolo schermo: abbiamo bisogno del suo sguardo attento ed accurato sul mondo.

 

21/12/23

L'INTERVISTA - Enrico Torzillo, autore e regista: una carriera in ascesa, dai "Fuochi" di Yourcenar a prestigiose collaborazioni artistiche

 

di Maria Ricca

TEATRO - Emergono lentamente dall’oscurità, muovendosi in maniera sinuosa, ma decisa, desiderosi di portare all’attenzione di chi guarda ciascuno la propria verità, le proprie ragioni, quelle di chi ha amato troppo , di chi non si è risparmiato, di chi ha pagato amaramente le proprie scelte. Sono i ”Fuochi” di Marguerite Yourcenar, nella versione scelta per la scena da parte di Enrico Torzillo, giovane regista, attore ed autore di origini beneventane, formatosi all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, come gli attori Paolo Madonna, Vincenzo Palladio e Maria Grazia Trombino, da lui diretti,  e già all’attivo numerose esperienze di prestigio, l’ultima in ordine di tempo, con Gabriele Lavia, e prima ancora con Michele Monetta, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, oltre a tantissime occasioni di formazione in Italia, tra seminari condotti da prestigiosi registi, anche per la recitazione in lingua Inglese.

In questi giorni a Benevento, rassegna Solot “Obiettivo T”, nella Scuola da cui è partito con il primo diploma di Teatro, Enrico Torzillo ha affascinato il pubblico con la riproposizione del testo scritto dall’autrice francese nel 1936. Delle nove figure immaginate dalla Yourcenar, che seppe raccontare l’amore “come malattia e come vocazione, come un complesso miscuglio di sentimenti e circostanze, punto di partenza del canto”, Enrico Torzillo ne ha scelte tre fra le più significative, per aprire agli occhi del lettore tematiche diverse e panoramiche conseguenziali. 

Sono Clitemnestra dell’universo del mito, Maria Maddalena, del mondo giudaico-cristiano e Faone, amante della poetessa Saffo, il personaggio più riscritto in chiave contemporanea. Tutti testi originariamente epistolari e dal regista sannita Torzillo riproposti e riscritti in chiave teatrale, con una sapienza artistica già matura ed un piglio esperto, che rivelano grande sensibilità e talento. A breve l’allestimento sarà riproposto a Roma e poi girerà l’Italia.

-Come si costruisce una regia teatrale? Quali aspetti valorizzi dei testi che scegli?

“Ho scoperto con piacere questo testo, che mi ha subito appassionato, e mi è sembrato giusto collocare nell’Oltretomba i tre personaggi, ciascuno dei quali propone la propria arringa di fronte ad una giuria popolare, colpevole solo di aver amato forse all’eccesso. Quale luogo migliore che l’Inferno, tra suoni e grida, in un contesto di sofferenze, per farli muovere nella loro disperazione? A livello tecnico,  poi, mi piace muovermi, sperimentando molto sul linguaggio ed ispirandomi a quello che è il teatro di Luca Ronconi, di Carmelo Bene…”

-Come si coniugano in un uomo di spettacolo tecnica e talento?

“Domanda interessante. Io sono fermo all’assunto che il talento, senza la tecnica, serve a poco. Occorre affinare gli strumenti particolari che ogni forma d’arte ha in sé, perché quello che funziona in un contesto non può funzionare in un altro, quello che va bene per il teatro può non andar bene per il cinema e meno che mai per la televisione. Insomma, il talento va assolutamente canalizzato e bisogna saper operare correttamente, altrimenti si finisce per “uccidere” metaforicamente l’anima del testo rappresentato.”

-Hai scelto di dedicarti alla regia, dopo un primo inizio da interprete…Sei entrato in contatto con Gabriele Lavia ed è almeno un anno che hai modo di collaborare con lui. Dev’essere un’esperienza straordinaria avere l’opportunità di apprendere da uno dei grandi maestri del teatro italiano….

“Lo è, senza ombra di dubbio. Mi ritengo molto fortunato ad aver avuto l’opportunità di poter avvicinare una tale personalità, patrimonio Unesco, direi quasi, che ha intuito la mia vocazione alla regia e mi ha consentito di acquisire tanto. Spero per il futuro di poter continuare in questa collaborazione dalla quale c’è soltanto da imparare.”

-Dove sarà “Fuochi” dopo l’esperienza beneventana? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“A febbraio vi sarà il debutto romano. Nel frattempo comincerò a lavorare per “Il Mercante di Venezia”, che rappresenterà il mio saggio conclusivo all’Accademia e poi continuerò a collaborare con la Solot, con i laboratori, curando anche lo spettacolo di diploma degli allievi di Teatro Studio. Successivamente ancora tanti impegni, ma sempre, sicuramente, nel segno dell’impegno, della cultura e della passione.”